Potare gli olivi
Gli errori da non commettere

Agrimec Srl

La potatura degli olivi è un’operazione agronomica importantissima per la salute delle piante e per garantire la produzione di frutti in quantità ideale e di grande qualità, che, a loro volta, daranno un olio più o meno abbondante ma di elevato valore qualitativo.

Come ogni altra operazione umana, però, anche la potatura degli olivi è soggetta a possibili errori. Infatti, la cura degli olivi richiede una serie di pratiche mirate e attente, specialmente quando si tratta di potatura.
Tuttavia, alcuni errori purtroppo comuni possono compromettere la salute degli alberi e la qualità della produzione.
Vediamo di quali errori si tratta e scopriamo come evitare di commetterli.


Riforma periodica
La riforma periodica è una pratica tradizionale di potatura tipica soprattutto del Sud Italia, che prevede tagli drastici e ricorrenti. Questo sistema ha dimostrato di limitare la produzione e compromettere il benessere degli alberi. Infatti, questo metodo, basato sulla rimozione massiccia della vegetazione, può portare a una crescita della pianta non naturale, poiché essa tenderà a provare a recuperare la forma originaria attraverso una crescita eccessiva di rami vigorosi, noti come succhioni.


Acefalia
L'acefalia, ovvero la potatura in funzione della creazione di spazi più adeguati per la raccolta che per il benessere della pianta, altera il rapporto tra chioma e radici, favorendo l'attività vegetativa a discapito di quella produttiva. Questo può far sì che gli olivi risultino squilibrati e dalla salute generale compromessa, soprattutto nel caso in cui si pratichi su piante monumentali.


Potatura periodica
La potatura periodica, con una turnazione negli anni, viene proposta in alternativa a quella annuale per ridurre i costi di gestione dell’oliveto, ma può comprometterne il successo e la salute, visto che si basa su tagli spesso troppo intensi e indiscriminati della chioma.


Incuria
L'assenza di interventi di taglio durante i primi anni di vita della pianta può influenzarne la crescita e la forma, rallentandone l'entrata in produzione e limitando il suo sviluppo ottimale.


Spreco di risorse
Dopo la potatura, rimangono sul terreno molti residui. Alcuni, in particolare la legna, vengono recuperati; altri, invece, come piccoli rami, ramoscelli sottili e foglie, rimangono a terra inutilizzati e finiscono per essere, nella maggior parte dei casi, bruciati. Ciò può rappresentare uno spreco di risorse: bruciare i residui non solo comporta una spesa per il tempo e la manodopera impiegati, ma anche una perdita di sostanza organica e di elementi nutritivi essenziali per il terreno. Questo perché bruciando questi elementi vegetali è vero che la sostanza organica viene trasformata in cenere ricca di macro e microelementi nutritivi, ma in quantità nettamente inferiore rispetto all’interramento o al deposito sul suolo dello stesso materiale vegetale trinciato.

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