L’Aratro
Storia e utilizzo ai giorni nostri

Agrimec Srl

L’aratro è forse lo strumento più conosciuto dell’agricoltura e quello che è stato maggiormente protagonista della nostra storia, contribuendo in più di un’occasione all’evoluzione dell’umanità.

La sua introduzione risale probabilmente al 5.000 a.C. fino a questo momento gli uomini avevano praticato l’agricoltura utilizzando piccoli attrezzi ma, grazie all’introduzione dell’aratro, fu possibile lavorare terreni più ampi e quindi garantire autosufficienza a gruppi più ampi di persone. I primi aratri erano di due tipi: quelli a vanga e quelli ricurvi. Sicuramente erano entrambi trainati dall’uomo e fecero la loro comparsa sia in Europa che in Asia quasi simultaneamente. Con il passare del tempo questa semplice invenzione conobbe varie modifiche che lo portarono ad essere lo strumento importante che oggi conosciamo. Grazie all’invenzione della slitta prima (nei paesi del Nord) e del carro poi, si pensò di far trainare gli aratri agli animali che avevano sicuramente una forza maggiore rispetto a quella dell’uomo. In questo modo si sviluppò la coltivazione di cereali come grano e orzo.

Un’altra grande innovazione avvenne fra il X e l’XI secolo quando si introdusse l’aratro pesante e, ai buoi, vennero sostituiti i cavalli, più agili e facili da guidare.



Video tratto dal volume Paolucci, Signorini - La storia, il nostro presente
Zanichelli editore S.p.A 2020.


Le cose cambiarono nuovamente con l’introduzione del trattore. Evoluzione dell’aratro è poi il ripper, conosciuto anche come ripuntatore o scarificatore, è un attrezzo pensato per tagliare verticalmente il terreno anche fino a un metro di profondità, senza però rimescolare gli strati del terreno come invece fa l’aratro. In questo modo si mantiene inalterato il profilo del suolo.

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